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Ai limiti del gelo record: nel gennaio 1999 Lapponia oltre i -50°C

by Giovanni Martini
14 Apr 2010 - 13:55
in News
Reading Time: 3min read
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14/10/2010. Karasjok, nel Finnmark norvegese, toccò i -51,2°C. Kittila stabilì il record di gelo finlandese con -51,5°C. In Svezia, Karesuando si fermò a -49,0°C, record nazionale per gennaio.

Il record europeo di freddo appartiene alla Russia, dove Ust’Schugor è scesa fino a -58,1°C il 31 dicembre 1979 e dove Hoseda-Hard ha registrato -56,4°C nel febbraio scorso, entrambe località situate nella parte nordorientale della Russia europea. I -50°C sono stati però superati anche in Scandinavia, in occasione della grande ondata di gelo della terza decade di gennaio 1999, gelo che si propagò nei giorni successivi anche sull’Italia, con effetti anche spettacolari, come la nevicata che imbiancò l’isola di Ponza.

17627 1 1 300x225 - Ai limiti del gelo record: nel gennaio 1999 Lapponia oltre i -50°CIl 22 gennaio 1999 la stazione meteo di Karasjok, villaggio abitato in prevalenza da Sami, nel Finnmark norvegese, registrò una temperatura minima di -17,8°C, un valore mite per il periodo. Karasjok si trova infatti nell’entroterra e non gode, se non in minima parte, dell’effetto mitigatore della Corrente del Golfo che rende invece l’inverno delle zone costiere del Finnmark molto più caldo che in ogni altra parte del pianeta, a parità di latitudine.

Tra il 22 e il 25 gennaio la temperatura andò gradualmente diminuendo, di circa 9°C al giorno. Il 25 gennaio 1999 il termometro precipitò così a Karasjok fino a -46,6°C. Queste sono già condizioni di gelo estremo. La respirazione diventa difficile. Ogni centimetro di pelle dovrebbe rimanere coperto. Il pericolo del raffreddamento del corpo con dapprima la perdita della coscienza e quindi la morte è sempre presente, se non si prendono le opportune precauzioni. A -46,6°C il gelo si porta via la vita!

Il 26 gennaio a Karasjok la temperatura scese a -47,4°C e il 27 gennaio superò la fatidica soglia dei -50°C, con un valore minimo di -50,2°C. Kautokeino, l’altra importante cittadina Sami del Finnmark interno, fece anche “meglio”, scendendo fino a -50,3°C.

Il gelo toccò il culmine il 28 gennaio, quando la colonnina di mercurio scese fino a -51,2°C a Karasjok. Questa è stata la temperatura più bassa registrata in Norvegia nel XX secolo, seconda solo al -51,4°C registrato il 1° gennaio 1886. Sempre il 28 gennaio, Kautokeino non scese al di sotto di -49,6°C. Il giorno 29 gennaio la minima di Karasjok fu invece di -50,0°C.


Nei pressi di Karasjok, la stazione Cuovddatmohkki registrò queste minime nel corso di quella storica ondata di gelo: 26 gennaio -48,7°C, 27 gennaio -49,7°C, 28 gennaio -49,8°C, 29 gennaio -47,1°C.

L’ondata di gelo non risparmiò i settori finlandese e svedese della Lapponia. In Finlandia, Kittila stabilì il record nazionale, con i -51,5°C registrati il 28 gennaio, stesso giorno in cui Kevo scese a -48,2°C, Ivalo a -48,9°C e Sodankyla a -49,5°C. In Svezia, Karesuando, il villaggio più settentrionale del paese, tocco i -49,0°C il giorno 27 gennaio, record svedese del mese (il record assoluto è -52,6°C, registrato a Vuoggatjalme, presso Arjeplog, il 2 febbraio 1966). Da notare che la massima del 27 gennaio a Karesuando fu -46,9°C.

Sappiamo bene come il freddo percepito sia correlato anche alla ventilazione. Da questo punto di vista, possiamo dire che in occasione del record, a Karasjok come a Kautokeino, il vento non contribuì ad aumentare la percezione del freddo, perché vi era calma di vento. Temperature così estreme, anzi, si raggiungono proprio grazie alla calma di vento e alla conseguente immobilità dello strato di aria fredda, pesante, che ristagna sul suolo innevato. Si tratta quindi di freddo in cui è forte la componente da inversione termica, non a caso le isoterme a 850 hpa scesero “solo” fino a poco meno di -20°C il 27 gennaio e risalirono anzi a -15°/-18°C il 28.

Abbiamo citato i -49,5°C di Sodankyla del 28 gennaio. Proprio il radiosondaggio delle ore 0 GMT di quel 28 gennaio ci rende evidenza della formidabile inversione termica. Al suolo (179 metri s.l.m.) alle 0 GMT (le 2 del mattino locali) c’erano appunto -49,5°C, ma solo 100 metri più in alto (976 hpa, 277 metri) la temperatura era -29,3°C e a 903 hpa/841 metri era -23,3°C. A 850 hpa/1285 metri c’erano -22,5°C.Persino a 500 hpa/5070 metri la temperatura era più alta che al suolo, essendovi -39,1°C.

Abbiamo scritto di “colonnina di mercurio scesa a -51,2°C” ma in realtà il mercurio non può misurare temperature inferiori a -38,8°C, valore a cui questo elemento congela. Per temperature inferiori, si adoperano termometri ad alcool e a lega mercurio-tallio.

Giovanni Staiano – www.meteogiornale.it

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Giovanni Martini

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